
Analizzare il proprio settore di provenienza in modo critico può essere uno strumento molto efficace di crescita aziendale ed implementazione del proprio management. Attraverso l’analisi dei competitor (benchmarking) questo processo viene arricchito di diverse informazioni utili e sfruttabili a nostro vantaggio, conducendo un confronto onesto e trasparente verso chi offre i nostri stessi servizi.
I nostri competitor non devono essere unicamente visti come concorrenti da superare bensì come specchi dei nostri errori meno evidenti, esempi da emulare per le nostre idee più ambizione ed inespresse e spinta incessante al miglioramento.
Ovviamente quelli che risultano più “ingombranti” sono i competitor diretti, che offrono i nostri stessi prodotti e servizi, ma sono anche quelli che ci regalano più riflessioni ed idee originali aiutandoci nello stategy development. L’obiettivo ultimo dell’analisi dei competitor risulta l’averne raggiunto una conoscenza talmente approfondita e mirata da poter riuscire a pensare come loro stessi; da un punto di vista pratico equivale ad interpretare le situazioni e a prendere delle decisioni strategiche come se fossimo nei loro panni. Analizzando le aree di investimento, l’organizzazione del processo di vendita, le leve di marketing e l’andamento del fatturato, possiamo in parte già estrapolare i punti di forza e le possibili criticità che queste aziende presentano rispetto alla nostra; l’interpretazione delle azioni fatte dai competitor dopo una simile analisi dettagliata deve cominciare con domande del tipo “perché questa azione è stata intrapresa?” “in quale altro modo avrei affrontato la medesima situazione?”.
Valutare le capacità della concorrenza è un ottimo carburante per avviare nuovi progetti e migliorare il posizionamento dell’azienda all’interno sia del settore di provenienza ma anche per sondare nuovi potenziali mercati; è possibile passare ulteriormente al setaccio i clienti target, definire esattamente tramite quali servizi riuscire a differenziarsi e potenziare il proprio brand raffinando i canali comunicativi.
Il tempo impiegato in questo processo deve rappresentare un grande investimento perché ci permetterà di elaborare la strategia più adatta per andare incontro alle richieste dei clienti, trovando possibili gap tra domanda ed offerta. Alla fine dell’indagine avremo quattro aree sulle quali effettuare ragionamenti ed ulteriori quesiti: I punti di forza, quelli di debolezza, il campo delle opportunità e quello delle minacce (definita nel business design come matrice SWOT). Ovviamente i dati su ogni elemento di questa matrice devo essere sia nostri che dei competitor al fine di renderci più veloce una analisi comparativa.
La conclusione di questa attività lunga ed articolata deve giungere in modo non sbrigativo, per non portarci verso conclusioni errate, ma con attenzione e logica, riuscendo così ad ottenere dei risultati costruttivi e realmente utili. La periodicità nel revisionare questi dati manterrà anche alta l’attenzione e lucide le capacità di analisi di ciò che succede intorno a noi.
Avete mai guardato con occhi diversi la concorrenza? Forse è ora di farlo.
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