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Una nuova lettura ci ha fatto riflettere in modo critico sulle teorie del posizionamento del brand e su quali siano i processi percepibili o meno che accompagnano tale strategia.

Il libro di Riccardo Urso “Cambia la percezione del tuo brand” è un breve compendio che ribalta le comuni convinzioni che spesso ha chi non mastica molto di marketing: la domanda essenziale, posta sia nella premessa che nelle conclusioni del libro, è: quanto vale la tua azienda? pensate davvero che valga (solo) in base al vostro fatturato e al numero dei clienti o anche (e soprattutto) in base a come il vostro marchio viene percepito e valutato dall’esterno?

I vari capitoli si addentrano nelle teorie scientifiche alla base della percezione che i clienti hanno dei prodotti e su come il vero imprenditore marketer deve saper lavorare e “manipolare” questa interpretazione della realtà per renderla favorevole al proprio business in modo continuativo. Essenzialmente ciò che conta non è quello che noi pensiamo della nostra azienda ma ciò che riusciamo a trasmettere ai potenziali clienti, alla reputazione che costruiamo attorno al nostro brand grazie ai feedback ricevuti e valorizzati come potenziale biglietto da visita da presentare al mondo.

Nel leggere le pagine bisogna sicuramente aprire la mente e vedere le cose dall’alto, capendo che i dettagli del nostro mercato di riferimento vanno studiati da una giusta ed imparziale prospettiva, carpendone i meccanismi più o meno visibili ed optando per le mosse strategiche maggiormente impattanti.  Si fa spesso riferimento alla necessità di far associare una emozione al brand, una sensazione che sia positiva e che invogli l’acquirente a fidelizzarsi nell’acquisto dei nostri prodotti o servizi. L’autore opera una scrupolosa analisi delle componenti psicologiche ed anche metafisiche che muovono le decisioni dei clienti, arrivando anche a ipotesi alquanto estreme sull’esistenza di Universi paralleli ove gli acquirenti possono fare scelte differenti in base al loro stato percettivo; è indubbio che sono argomenti più affini al mondo del commercio dove si deve costruire una storia e creare delle emozioni intorno ad un prodotto mentre è più difficile applicare tali regole in un settore dove si vendono dei servizi.

Noi in Cspm Engineering possiamo sicuramente valorizzare il nostro brand supportati dai referrals positivi e dalla continuità che abbiamo con i nostri clienti ma pare utopistico costruire una campagna di marketing puntando sulla fisica quantistica come l’autore in parte suggerisce. Il servizio deve avere qualità ed affidabilità, ci è difficile pensare di attirare nuove collaborazioni costruendo campagne di marketing basate soprattutto sul fattore emozionale: è sicuramente fondamentale per noi suscitare fiducia e stima nelle persone, in chi lavoro per noi e con noi, ma non è possibile limitare il messaggio a questo, la qualità dei servizi e la serietà dell’operato deve essere oggettivamente definibile, senza tentativi di “hackerare” il cervello del cliente come descritto in uno dei capitoli del libro.

Come detto all’inizio, è una lettura interessante, che capovolge il paradigma oramai obsoleto che vede il cliente come bersaglio passivo del marketing e gli conferisce pieno potere nel muovere il mondo del commercio: la capacità di posizionamento di un brand è definito da come il cliente lo percepisce e da quanto esso riesca a differenziarsi. In questo punto ci identifichiamo molto: un principio cardine per noi è infatti la capacità e la possibilità di creare servizi innovativi e non presenti nel settore della progettazione meccanica. Ci affianchiamo al cliente con una modalità esclusiva e peculiare che ci diversifica dai competitor, osserviamo attentamente gli andamenti del nostro mercato e non stravolgiamo mai la nostra identità ma le diamo una forte continuità.

Una cosa importante che ogni imprenditore deve assimilare da questa lettura è quella di essere lui stesso un prodotto e quindi di sapersi sponsorizzare al meglio, trasmettendo trasparenza, fiducia e spontaneità; nel percorso lavorativo non devono poi mai mancare buone idee che ci regalino originalità in ciò che facciamo e buoni conoscenti che ci aiutino a realizzarle.

Un altro messaggio molto importante, che l’autore sviluppa forse troppo frettolosamente ma che a noi pare essenziale, è quello della vastità di concorrenza che il marketing a libero accesso su Internet è riuscito a sviluppare: una giungla oramai fittissima ove non vince chi “urla” più forte ma chi individua il metodo più strategico per utilizzare questo potente mezzo.

Nella descrizione fatta delle diverse tipologie di brand noi ci identifichiamo in quello innovativo, che riesce a “modificare il suo settore”, introducendo nuovi concetti e nuove modalità operative. Lavoriamo ogni giorno per questo.

E voi come studiate il vostro settore? che strategie di marketing avete messo in atto?

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